Il peggior nemico dell’integrazione europea? L’attuale leadership dell’UE.

Potremmo dirlo guardando alla sofferenze del Sud Europa, dove dopo anni di austerity imposta dall’Unione Europea, la fede nel progetto europeo sta crollando.
Questa volta però, guardiamo ad Est: il brutto e cattivo Visegrad. Il gruppo composto da Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria e Slovacchia ha interessi condivisi ed individuali.
Tra quelli condivisi, c’è il rifiuto di prendere parte nel piano di ricollocazione rifugiati. Perché? Perché Angela Merkel li ha invitati senza prima consultare i partner europei .
Tutto ciò è insopportabile per la leadership europea, che adora la diversità e la promuove, a meno che non si tratti di diversità d’opinione, un valore fondamentale della democrazia liberale che i leader europei pretendono di rappresentare. Il liberalismo che una volta significava ‘’disapprovo ciò che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo’’, una citazione forse erroneamente attribuita a Voltaire, ora è diventato ‘’disapprovo ciò che dici, quindi non dirlo’’.
Il problema è più profondo. Il gruppo Visegrad ha ottenuto l’indipendenza da un altro progetto internazionale di solidarietà forzata, l’Unione Sovietica, meno di tre decenni orsono. La recente esperienza li rende sospettosi di utopie centralizzate e antidemocratiche. E forse vi sono rimasti intrappolati di nuovo. Proprio quando pensavano di aver lasciato una distopia per unirsi al mondo libero, il mondo libero ne diventa una. La solidarietà non può essere imposta, è volontaria. L’approccio della Merkel è simile a quello dei leader sovietici, non del mondo libero.
Il secondo elemento di discordia è il multiculturalismo. Ancora una volta, i leader europei hanno deciso che è ‘’il futuro’’, piaccia o meno agli europei. Un tema chiave per chi ha votato Brexit era l’immigrazione, ma a Juncker, Timmermans e Verhofstadt non interessa: l’Europa Occidentale lo ingoierà fino ad accettarlo ed anche quella Orientale si dovrà arrendere. Il Presidente Ceco Vaclav Klaus, non è d’accordo, come del resto i polacchi,, gli ungheresi,, e gli slovacchi. Continue reading