Riepilogo di Davos 2018: è tempo di ammettere che il popolo di Davos è il problema

Qual è la caratteristica più comune dei partecipanti al World Economic Forum? Sono istruiti, ricchi, lavorano sodo, ma allo stesso tempo, sono degli insopportabili ipocriti.

Durante i 5 giorni nelle montagne svizzere, abbiamo contato almeno 8 comitati di esperti dedicati al cambiamento climatico e problemi legati all’ambiente e l’energia; probabilmente l’argomento più dibattuto in assoluto. Uno dei primi incontri riguardava appunto il ‘’trasporto sostenibile’’. L’intuizione più ovvia è che persone così attente alle questioni ambientali vogliano dare il buon esempio. Invece sono volati a Davos con migliaia di aerei privati altamente inquinanti. Ma questo è solo l’inizio.

Abbiamo poi attori di Hollywood e celebrità dello spettacolo a dar lezioni sul rispetto degli altri, specialmente le donne. Dopo gli scandali di Weinstein, Spacey, Seagal, forse sarebbe meglio iniziare a discutere se è il caso di revocare lo status di celebrità agli attori. Cos’è una celebrità in fin dei conti? Una persona che la società celebra per le sue abilità. Gli antichi Greci e Romani non rispettavano gli attori. Il termine ‘’ipocrita’’ arriva appunto dal greco per attore, con il significato di un comportamento ingannatore per lo spettatore, che è indotto a credere in qualcosa che nella realtà non è. Il mondo odierno di Hollywood calza in questa definizione. Sebbene i nuovi film siano spesso concentrati sulla legittimazione delle donne, la diversità e l’inclusione, dietro il sipario prostituzione e abusi sessuali sono diffusi. Non c’è ragione di elevare degli ipocriti al ruolo di guida morale per la società. Continue reading

Il crollo demografico dell’Italia; Dal 2080 gli Italiani saranno una minoranza nel proprio paese

I numeri ufficiali dicono che la popolazione italiana stava crescendo fino al 2015, mentre nel 2016 è leggermente diminuita. Le proiezioni Eurostat dicono che la popolazione di stabilizzerà nei prossimi decenni. Tuttavia, il numero dei cittadini indigeni sta diminuendo ad una velocità impressionante: ogni anno di circa 250 mila persone e questo declino è destinato ad accelerare, il che significa che lo scenario delle proiezioni Eurostat può essere raggiunto solo tramite una immigrazione di massa dall’Asia e dall’Africa. Attualmente, il gruppo più grande di stranieri in Italia è quello dei romeni, ma il flusso dai paesi dell’Europa orientale sta diminuendo rapidamente. Anch’essi infatti, come quasi tutti i paesi dell’Europa, a partire dall’Italia, stanno affrontando un drammatico declino demografico. La stagnazione economica del Belpaese non ne fa inoltre una primaria destinazione per immigrati dal resto d’Europa.

Se ci atteniamo alle proiezioni Eurostat, nel giro di 60 anni o anche prima, in caso di aumento dei flussi migratori, il 50% degli abitanti della penisola sarà di origine Asiatica o Africana. Questi dati non sono un segreto del nostro team, ma in possesso di demografi e ricercatori di statistica. Le autorità italiane ed europee ne sono altrettanto consapevoli, in quanto l’immigrazione è regolarmente presentata come misura per ovviare l’invecchiamento della popolazione e rimpolpare il ‘’Vecchio Continente’’ di forze giovani. Continue reading

Come Facebook sta agevolando l’esodo dall’Africa all’Europa

In Europa, le piattaforme di social media come Facebook e Twitter stanno da qualche tempo rimuovendo contenuti e bloccando autori che criticano l’immigrazione di massa dal terzo mondo in quanto ‘’linguaggio d’odio’’. Un atteggiamento ostile verso l’esodo di centinaia di migliaia di persone dalla Nigeria, dal Marocco o dal Ghana verso l’Italia, la Svezia o la Germania è considerato comportamento estremista. Allo stesso modo, Facebook e Twitter sono strumenti che agevolano questo esodo. Da molto tempo, i social media non si limitano più a comunicazioni personali o forme di marketing. Piattaforme come Facebook e Twitter contribuiscono alla creazione di movimenti politici, come dimostrato dalla Primavera Araba o dal movimento Euromaidan di Kiev. I social network sono anche diventati canali di comunicazione per organizzare il trasferimento di persone dall’Africa all’Europa. Continue reading

Moneta Fiscale: sfida all’euro o salvezza dell’economia europea ?

By Marco Cattaneo,
from Basta con l’Eurocrisi

Si parla sempre più frequentemente, in Italia, di Moneta Fiscale come strumento di soluzione della crisi economica. Crisi assolutamente non risolta: nonostante l’ottimismo ostentato dal governo italiano e dalla UE, l’economia dell’Eurozona è ben lontana da una condizione complessiva accettabile, e questo è particolarmente vero per l’Italia.

Il PIL reale italiano crescerà nel 2017 dell’1,5% rispetto all’anno precedente, ma rimarrà comunque inferiore del 6% circa rispetto al 2007 – dieci anni dopo ! E sempre rispetto al 2007 la disoccupazione è doppia e le persone in povertà assoluta sono più che triplicate, da 1,5 milioni a quasi 5, e non accennano a diminuire. Il sistema economico italiano viaggia molto al di sotto delle sue potenzialità: il gap si è creato per effetto della crisi finanziaria mondiale del 2008-9, e poi delle politiche di austerità “prescritte” dalla UE nel 2011-2. L’Italia può risolvere questo problema introducendo un’adeguata quantità di potere d’acquisto nel suo sistema economico. Non può però farlo emettendo euro, né (a causa dei meccanismi di funzionamento dell’Eurosistema) con incrementi di deficit pubblico.

Tutte queste difficoltà si ricollegano al fatto che l’Italia utilizza una moneta (l’euro) che non emette. Una moneta non sovrana, quindi. La Moneta Fiscale consente di superare questo problema senza “rompere” l’euro. La Moneta Fiscale è un concetto riconducibile al “cartalismo”, teorizzato dall’economista tedesco Georg Friedrich Knapp all’inizio del Novecento, e recentemente esteso e sviluppato dagli economisti legati alla Modern Monetary Theory (MMT). Continue reading

La più inquietante iniziativa UE finora? Liste di proscrizione di ‘’Propaganda Russa’’ su direzione di Soros

La Russia è il capro espiatorio preferito dell’establishment occidentale quando si tratta dei propri fallimenti. Dopo gli shock Brexit e Trump, l’elite globalista ha regolarmente cercato un nesso tra il malcontento nei propri paesi e la ‘’disinformazione russa’’ o ‘’gli hacker’’ o ‘’i troll’’, invece di rivedere le proprie politiche. Negli USA tutto ciò ha preso la forma di una caccia alle streghe contro l’amministrazione Trump mentre nell’Unione Europea ha preso la forma di una lista di proscrizione di tutti i media che non sono entusiasti dell’idea di un conflitto con il vicino orientale. In base all’idea di ‘’contrastare la disinformazione proveniente dalla Russia’’, l’External Action dell’UE (EUAS) ha creato la ‘’Disinformation Review’’ con aggiornamenti settimanali delle ‘’notizie false’’ e dei siti che le riportano.

L’EUAS ha di fatto etichettato ricercatori e giornalisti come fraudolenti, antipatriottici e disonesti senza notifiche. C’è una piccola nota sulla pagina principale in cui si dice che ‘’la disinformation review non rappresenta una posizione ufficiale dell’UE’’. Tuttavia è stata creata per iniziativa del Consiglio Europeo, è parte del ‘’servizio diplomatico UE’’, quindi finanziato dalla stessa, ne una i simboli e gli indirizzi istituzionali. È parte dell’UE ma non una posizione ufficiale? Suona come una scusa disonesta per evitare critiche. Continue reading

Il peggior nemico dell’integrazione europea? L’attuale leadership dell’UE.

Potremmo dirlo guardando alla sofferenze del Sud Europa, dove dopo anni di austerity imposta dall’Unione Europea, la fede nel progetto europeo sta crollando.
Questa volta però, guardiamo ad Est: il brutto e cattivo Visegrad. Il gruppo composto da Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria e Slovacchia ha interessi condivisi ed individuali.
Tra quelli condivisi, c’è il rifiuto di prendere parte nel piano di ricollocazione rifugiati. Perché? Perché Angela Merkel li ha invitati senza prima consultare i partner europei .
Tutto ciò è insopportabile per la leadership europea, che adora la diversità e la promuove, a meno che non si tratti di diversità d’opinione, un valore fondamentale della democrazia liberale che i leader europei pretendono di rappresentare. Il liberalismo che una volta significava ‘’disapprovo ciò che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo’’, una citazione forse erroneamente attribuita a Voltaire, ora è diventato ‘’disapprovo ciò che dici, quindi non dirlo’’.
Il problema è più profondo. Il gruppo Visegrad ha ottenuto l’indipendenza da un altro progetto internazionale di solidarietà forzata, l’Unione Sovietica, meno di tre decenni orsono. La recente esperienza li rende sospettosi di utopie centralizzate e antidemocratiche. E forse vi sono rimasti intrappolati di nuovo. Proprio quando pensavano di aver lasciato una distopia per unirsi al mondo libero, il mondo libero ne diventa una. La solidarietà non può essere imposta, è volontaria. L’approccio della Merkel è simile a quello dei leader sovietici, non del mondo libero.
Il secondo elemento di discordia è il multiculturalismo. Ancora una volta, i leader europei hanno deciso che è ‘’il futuro’’, piaccia o meno agli europei. Un tema chiave per chi ha votato Brexit era l’immigrazione, ma a Juncker, Timmermans e Verhofstadt non interessa: l’Europa Occidentale lo ingoierà fino ad accettarlo ed anche quella Orientale si dovrà arrendere. Il Presidente Ceco Vaclav Klaus, non è d’accordo, come del resto i polacchi,, gli ungheresi,, e gli slovacchi. Continue reading

La rete dell’immigrazione di George Soros in Italia

Il seguente article è basato sulla ricerca di Francesca Totolo pubblicata su lucadonadel.it.

Confini aperti e censura dei media.
Perché c’è una crisi migratoria nel Mediterraneo? Perché le ONG sono coinvolte? Perché c’è una estesa rete di attivisti ed organizzazioni dei ‘’confini aperti’’ dietro la faccenda; molti di loro sono finanziati o collaborano con la Open Society Foundation di George Soros. È illegale? No. L’attivismo politico è una parte essenziale delle democrazie. Tuttavia, in alcuni casi le cause promosse sono irrealistiche o insostenibili. La rete della lobby dell’immigrazione in Italia è composta da ONG internazionali finanziate da Open Society (in verde), ONG Italiane, sempre finanziate da Open Society, in blu e organizzazioni con progetti condivisi con OSF in viola.

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