Boom dell’immigrazione dall’Africa con l’aiuto delle ONG e della politica UE delle ‘’frontiere aperte’’

Alcuni mesi fa, in Gennaio, abbiamo visto come le ONG, in collaborazione con il governo italiano, stanno trasportando migranti dalla costa libica all’Italia e come questo sistema si evolve poi nello sfruttamento dei migranti nelle campagne italiane per gli uomini e in prostituzione per le donne.

I primi dati relativi al 2017 rivelano che il business è aumentato ancora di più: si registra un aumento del 57% rispetto ai primi mesi del 2016, aumento che diventa dell’81% se consideriamo l’intero periodo invernale, mentre la percentuale degli immigrati trasportati dalle navi delle ONG è passata dal 5% al 40% nel 2016, diventando poi più della metà del totale negli ultimi mesi. In pratica, nel Mediterraneo le ONG si stanno sostituendo ai trafficanti di persone. Continue reading

The diaspora of young Italians

Guest Author: Daniel Moscardi

Michele Valentini was the perfect nobody from nowhere. Even in his sleepy little town of Tarcento, tucked away in the north-eastern corner of Italy not far from the Slovenian border, anyone hardly remembers him. Quiet and mild-mannered, thirty-years-old Michele was the kind of person you would not expect to do anything that would bring the spotlight on him.

But he did, last February. He took his own life, leaving behind a long letter to his parents in which he explains the reasons for his choice of saying farewell to a society which he could no longer bear to live in.

Michele Valentini’s malaise was the infectious disease common to millions of other young – and not so young – Italians: the inability – better, the impossibility – of landing a decent, steady job. It can be officially defined as quiet desperation.

The letter was a final, desperate j’accuse towards society in general and the current Italian government in particular, since Michele chose to end his letter with a sardonic remark specifically directed at the current Italian Minister of Labour and Social Policies Giuliano Poletti. Continue reading

L’Italia può bypassare l’Euro sistema con una moneta fiscale.

L’Italia non è nuova a crisi finanziarie. Ci sono state in ogni forma, inclusi stati insolventi, reazioni a catena che hanno portato al collasso del sistema bancario e una crisi di liquidità della moneta internazionale di allora, il fiorino d’oro di Firenze. Senza entrare troppo nei dettagli, nel 1345 il Regno d’Inghilterra e il governo di Firenze si trovarono in una situazione di insolvenza; per pagare per le rispettive guerre contro la Francia e Verona, avevano preso in prestito somme enormi dai giganti bancari di quel tempo, i Bardi e i Peruzzi. L’impossibilità di ripagare i debiti risultò in un buco di 1,5 milioni di fiorini, e la seguente bancarotta delle due banche, seguita da una reazione a catena di tutte le altre.

Quasi sette secoli dopo, l’Italia, insieme alla Grecia e molti altri, si trova di nuovo sull’orlo della bancarotta, con il sistema bancario internazionale in una situazione precaria e diretto verso un’altra catastrofe. Come se non fosse abbastanza, l’Euro, una moneta sopravvalutata per l’Italia e le altre deboli economie di Spagna, Portogallo, Francia ma anche Finlandia, le politiche di austerità volute dalla Commissione Europea sotto pressione del paese che guadagna di più grazie alla moneta unica, la Germania, l’inefficiente politica di quantitative easing1 della BCE unita alle regole del sistema bancario, sono incapaci di stimolare la crescita dell’economia reale del Sud Europa. Tutti questi elementi prevengono qualsiasi ritorno alla crescita e risultano in un perpetuo stato di stagnazione. Continue reading

Colte sul fatto: le ONG trafficano migranti.

I software per il tracciamento delle navi e rapporti da giornalisti dimostrano che le ONG, la Guardia Costiera italiana e i trafficanti coordinano le proprie azioni. Il Sistema Automatico d’Identificazione (AIS) rivela che le ONG operano in acque libiche. Dalla rimozione del Presidente Gheddafi, un crescente numero di migranti africani è trasportato in Europa. Viaggiano prima attraverso la Libia, da dove poi attraversano il Mediterraneo. Diverse organizzazioni umanitarie o ONG coinvolte sono un elemento indispensabile per la rotta di traffico per l’Europa. Abbiamo notato come la guardia costiera, le ONG e i trafficanti locali coordinano le proprie operazioni. Indipendentemente da come le vogliano chiamare, queste operazioni non possono essere classificate come semplici salvataggi in mare.
Le ONG olandesi, maltesi e tedesche sono parte di questa rete di traffico di persone e ci si dovrebbe chiedere se le stesse ONG non siano organizzazioni criminali. Continue reading

Le ONG stanno trasportando una quantità industriale di migranti in Europa.

Per due mesi, utilizzando il sito marinetraffic.com, abbiamo monitorato i movimenti nel Mediterraneo di un certo numero di barche di proprietà delle Organizzazioni Non-Governative. Utilizzando i dati dal sito del UNHCR, abbiamo inoltre tenuto sotto controllo gli arrivi giornalieri di immigrati dall’Africa in Italia. Quello che abbiamo scoperto è di fatto un traffico illegale di essere umani, camuffato da operazione umanitaria.

Le ONG, i trafficanti in questione, la mafia in combutta con l’Unione Europea, hanno trasportato migliaia di migranti illegali in Europa, con la scusa di salvare barche in difficoltà, assistite dalla Guardia Costiera italiana che ha coordinato le loro attività.

I trafficanti contattano la Guardia Costiera italiana in anticipo, per ricevere assistenza e lasciare in consegna il proprio ‘’carico’’. Le navi delle ONG sono quindi dirette al ‘’punto di salvataggio’’, anche se coloro tecnicamente in bisogno di assistenza si trovano ancora a terra in Libia. Le 15 navi che abbiamo osservato, di proprietà delle ONG o a noleggio, sono state regolarmente osservate lasciare i porti italiani, dirigersi a Sud a poche miglia nautiche dalla costa libica, ricevere il carico di esseri umani e tornare in Italia, a 260 miglia di distanza, sebbene il porto più vicino, dove dovrebbe essere trasportato l’equipaggio delle barche in difficoltà secondo la legge, sia quello di Zarzis in Tunisia a circa 60 miglia di distanza dal punto di salvataggio.

Le ONG in questione sono: MOAS, Jugend Rettet, Stichting Bootvluchting, Médecins Sans Frontières, Save The Children, Proactiva Open Arms, Sea-Watch.org, Sea Eye e Life Boat.

Le reali intenzioni delle ONG non sono chiare. Non saremmo tuttavia sorpresi se ci fosse dietro del denaro. Tuttavia le motivazioni potrebbero essere politiche: per l’ONG maltese MOAS, trasportare migranti in Italia è il modo migliore per evitare che essi approdino nella più vicina Malta. MOAS è gestito da un ufficiale della marina maltese, famoso in patria per il maltrattamento dei rifugiati1. Un’ulteriore motivazione è che queste organizzazioni siano gestite da ingenui ‘’buonisti’’ che non capiscono che i propri servizi fungono da calamita per le persone dall’Africa e che quindi involontariamente causano vittime nel Mediterraneo, per non parlare di come le loro azioni stiano destabilizzando l’Europa.

Per quanto nobili possano essere le intenzioni delle ONG, le loro attività sono illegali, in quanto la maggior parte di questi migranti non ha diritto di asilo ed è destinato a finire nelle strade di Roma o Parigi a minare la stabilità dell’Europa ed aumentare le tensioni sociali a sfondo razziale.

Bruxelles ha creato una legislazione speciale per proteggere i trafficanti. In una sezione della risoluzione denominata ‘’On Search and Rescue’’ il testo specifica ‘’barche private e ONG che assistono i salvataggi nel Mar Mediterraneo non dovrebbero rischiare azioni disciplinari per tale assistenza’’2.

Durante i due mesi di monitoraggio, abbiamo osservato almeno 39 mila migranti Africani trasportati in Italia con il pieno consenso delle autorità italiane ed europee.
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Africa’s gate to Europe: Operation Husky, again

Guest Author: Daniel Moscardi

Vallombrosa is a unique place in Tuscany. Its founder, Saint Giovanni Gualberto, a Benedictine monk, chose this secluded place in the mountains 40 km east of Florence to lead a hermit-like existence, right after the year 1000, and with a restricted group of monks started his own monastic order, the Vallombrosani.

John Milton among many other travellers – found inspiration in Vallombrosa while traveling across Italy in 1638, and a marble inscription reminds tourists that here Milton put into writing his Paradise Lost. Vallombrosa is not a place for crowds; rather a place where to seek meditation and inspiration.

To me Vallombrosa represents memories from my childhood. It could be called a piece of my personal heimat, if you wish. Back in the 60’s, when a car was still a far-flung luxury for many Italian families of the working class, we would take the Sunday morning bus from the train station in Florence with some frugal lunch, and we were back in the city with the same bus in time for dinner. For me, as a child, that was the highlight of the week – or the month – as it was all that we could afford at the time as a holiday. Continue reading

Is China a Ukrainian ally?

China is taking cautious international steps, following its national interests. Much to the Western man’s regret, it did not let itself be dictated to how to respond to the Russian incorporation of Crimea. Still, China kept Ukrainian economy alive in the aftermath, thus strengthening the Ukrainian-Chinese cooperation.

The New Silk Road

As the EU and USA cannot finance all the infrastructural projects in Ukraine, the country is turning to China for help, which in turn is interested in Ukraine as an indispensable part of the New Silk Road. Already in 2013 former Ukrainian President Viktor Yanukovych signed a number of agreements with China,among them one that with the aid of China’s $13 billion envisaged turning Crimea into a huge transit hub. The Russian military actions thwarted these plans, which were later shifted to Southern Ukraine. Continue reading